William Ghizzoni | webdesigner: Giorgio Sicurella |
Introduzione | SEZIONE PROFESSIONALE | Sezione Musicale | Sezione Personale |
Questa sezione contiene vari documenti (ricordi più o meno precisi, nomi, foto,….) che riguardano la mia attività professionale dalla fine degli studi in poi.
Se per attività professionale intendessi un lavoro retribuito, dovrei cominciare dal 1947, quando avevo 10 anni. Risale infatti a quel tempo il mio primo lavoro, quello di organista, in chiesa, durante le funzioni religiose (in realtà, più che l’organo suonavo normalmente un armonium). Allora non ci si poneva il problema del lavoro minorile, e men che meno me lo ponevo io, che anzi ero tutto contento di prendere dal parroco (mio vecchio prozio) qualche spicciolo da spendere in un pacchetto di chewing-gum o in un fumetto, che noi ragazzi chiamavamo giornalino. Da allora di lavori retribuiti di questo tipo ne ho svolto molti, ma tutti in campo musicale (messe, matrimoni, accompagnamenti, lezioni, attività in orchestre,…), perciò ne scriverò – appunto – nella sezione musicale di questo sito.
2. 1961-62 IN MONTECATINIIl 28 febbraio 1961 mi laureo in Chimica Industriale a Bologna. Va bene, via la modestia: con 110 e lode.
Subito dopo la laurea mi arrivano a casa tre telegrammi di invito ad altrettanti colloqui : dalla Montecatini, dall’Edison e – se non ricordo male – dalle Acciaierie di Terni (allora succedeva: erano le aziende a cercare i candidati, pescando nelle varie università fra gli studenti coi voti migliori).
Vado a sostenerli tutti e tre, ma decido subito di accettare l’offerta della Montecatini, per una Borsa di Studio di un anno presso il Politecnico di Milano, nel team del prof. Giulio Natta. Il premio Nobel lo prese più tardi, ma già allora Natta era un’autorità in campo mondiale, per la chimica, e lavorare con lui era motivo di grande orgoglio.
Dopo un incontro in Largo Donegani con la mitica sig.ra Campi (forse qualche vecchio come me la ricorderà) e un colloquio tecnico col prof. Mario Farina, prendo servizio al Politecnico. In laboratorio con me ci sono G. Bressan, M. Donati, G. Modena, S. Ripamonti e V. Sgaramella. Tutti riportiamo al prof. Farina, sopra al quale ci sono il prof. Mazzanti e infine il prof. Natta (già sofferente di Parkinson).
Come me entra al Politecnico anche il mio caro amico Gianni Giroldi, con cui divido alloggio (in pensione in una casa privata, in Via Poggi) e viaggi di fine settimana a e da Reggio Emilia. Lui però lavorerà direttamente col prof. Mazzanti alla sede distaccata del “Cremlino”, in via G. Colombo.
Le ricerche che facciamo sono nell’area dei polimeri isotattici, nel tentativo di scoprire altri polimeri superiori che permettano uno sfruttamento industriale, come già avvenuto per il polietilene (Moplen) e il polipropilene (Meraklon). Sono ricerche molto fini, delicate e anche pericolose (si lavora quasi sempre “sotto azoto”, e il rischio di incendi o esplosioni è all’ordine del giorno), che però non daranno grandi frutti.
Il lavoro al quale contribuisco, comunque, viene pubblicato negli Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Sarà la mia prima e unica pubblicazione scientifica, ma confesso che mi ha sempre fatto un bell’effetto vedere comparire il mio nome accanto a quello di un Premio Nobel…
Alla fine dell’anno di Borsa di Studio (marzo 1962) la Montecatini offre una scelta: restare al Politecnico e proseguire oppure passare all’Istituto di Ricerche Donegani a Ferrara. Scelgo questa soluzione e mi trasferisco a Ferrara, ancora insieme a Gianni Giroldi. Non avrò più contatti con i miei colleghi di allora, salvo che con S. Ripamonti, che ritroverò anni dopo a Milano, e un fugace incontro con V. Sgaramella, diventato nel frattempo un’autorità nel campo della genetica.
A Ferrara il livello di ricerca si sposta di un gradino, passando da quella pura a quella applicata (per intendersi, non si lavora più in provetta bensì in autoclave). L’area di studio si concentra sul polibutadiene, nella speranza di trovare un sostituto efficiente ed economico della gomma naturale (il caucciù, costoso e disponibile in quantità non illimitate). La speranza andrà poi largamente delusa…
I miei capi sono: il dr. Giacchetti, sopra di lui il dr. Berti e sopra ancora il prof. Bua.
N.B. A questo punto comincia il capitolo del Servizio Militare, che però io inserisco a pieno titolo nella mia attività professionale (v. spiegazione in fondo al capitolo)
Ormai ho 25 anni inoltrati, e non posso più rinviare il servizio militare, come ho fatto finora per motivi di studio.
Chiedo di concorrere per il Corso Allievi Ufficiali, sia per l’Esercito sia per l’Aeronautica, e sostengo entrambe le prove.
Stranamente, non vengo accettato per l’Esercito ma lo sono per l’Aeronautica…Meglio, molto meglio così.
Il 31 gennaio 1963 vado a Firenze, dove comincia – presso la “Scuola di Guerra Aerea” (allora si chiamava ancora così…) – l’XImo.Corso A.U.C.
Con me non c’è più Gianni Giroldi, che eviterà il servizio come terzo figlio; però c’è l’altro mio grande amico R. Marmiroli, che in seguito diventerà anche mio cognato.
Come un po’ in tutti i Corsi dell’Aeronautica in quegli anni, più o meno due terzi degli allievi provengono da Roma, il resto un po’ da tutta Italia.
Il Corso è duretto, ma me la cavo abbastanza bene. A fine maggio si conclude, dopo la cerimonia del Giuramento. Adesso sono Sottotenente.
Maggio 1963, Firenze. Foto ufficiale del XI Corso A.U.C. prima del Giuramento |
Verso fine giugno, dopo una licenza di una ventina di giorni, prendo servizio come Ufficiale di prima nomina a Padova, dove seguirò il corso di addestramento nella I° Aerobrigata I.T. (Intercettori Teleguidati: in pratica, missili di difesa terra –aria), la specialità che avevo scelto alla fine del corso A.U.C.
Il corso dura un mese. Alle fine, cerimonia ufficiale di conclusione, nella quale il Comandante Ramaciotti mi consegna la medaglia di miglior allievo del corso. Posso nasconderlo? Ne vado fiero.
In agosto mi trasferisco nel 79° Gruppo, la squadriglia di Zelo, in provincia di Rovigo. Essa, come le altre squadriglie, tutte nel Nord Italia, è inserita nella rete di difesa NATO.
Comandante ne è il Cap. T. Battistuzzi, il quale però sarà spostato ad altra sede dopo poche settimane. Lo sostituisce il Cap. Bargi (di Complemento). In Squadriglia con me c’è ancora R. Marmiroli, che però qualche mese dopo verrà spostato a quella di Bovolone.
In squadriglia ci sono anche altri Ufficiali. Alcuni sono di Complemento, e si congederanno di lì a poco (Cambiaso, Colonna di Paliano, Pacces…). Altri invece sono in servizio permanente effettivo, e me li troverò come colleghi per tutto la durata del mio servizio di leva.
Ecco qui alcune foto di quel periodo, fra le tante che conservo.
1963 - Davanti all'elicottero di servizio |
1963 - Con due colleghi |
1963 - La mia squadra |
In marzo vengo scelto come Ufficiale di comando della squadriglia per andare a fare l’esercitazione NATO negli Stati Uniti, a Fort Bliss (Texas). Faccio le dovute vaccinazioni e cominciamo a fare le pre-esercitazioni, ma improvvisamente viene approvata una legge dello Stato che riduce il servizio di leva da 18 a 15 mesi. E i miei 15 mesi scadono a fine aprile, prima della partenza per gli U.S.A…In sostanza, o mi raffermo (ma perderei il diritto di reintegro in Montecatini) o rinuncio ad andarci. Scelgo, sia pure a malincuore, di rinunciare, il che obbliga il cap.Battistuzzi - già pratico di esercitazioni NATO – a rientrare precipitosamente e prepararsi a partire in mia vece in breve tempo. A fine aprile 1964 mi congedo, con l’affettuoso saluto dei miei capi, colleghi e “subalterni” (così si chiamavano i Sottufficiali e la truppa..). Solo per la cronaca: qualche anno dopo incontrerò di nuovo – a Roma, per puro caso – T. Battistuzzi, passato nel frattempo come pilota civile in Alitalia, e diventeremo buoni amici.
Subito dopo il congedo riprendo servizio in Montecatini a Ferrara. Pochissimo tempo dopo, tuttavia, comincia il lungo capitolo della Procter & Gamble.
4. 1964 -71 IN PROCTER & GAMBLE4.1. Quando e come tutto è cominciato
All’inizio di maggio 1964, terminato il mio servizio militare, ero rientrato al mio lavoro in Montecatini, presso il Centro Ricerche dello Stabilimento di Ferrara. Ma ero già determinato a cercarmi un altro lavoro. Risposi perciò ad un’inserzione (in inglese) della Procter & Gamble Italia (da qui in poi P&G), per una posizione di Research & Development (R&D) Brand Manager, poiché mi sembrava di avere i requisiti richiesti.
Fui convocato ad un colloquio verso fine giugno. Dal luogo concordato, gli uffici P&G a Roma EUR, un autista, il sig. Basiricò, mi accompagnò a Pomezia, dov’erano lo stabilimento e il reparto R&D. Feci un primo colloquio con il capo dell’R&D, che allora era A. Law. Dopo di lui, mi vide il dr. Vanda, dell’Uff. Personale. Poi tornai all’EUR, sempre con Basiricò, e poi a casa.
Ebbi la risposta della P&G in luglio: era una proposta di assunzione, gli andavo bene.
Altro colloquio a Roma, con A. Law e poi con il capo dell’Uff. Personale, V. Toffoli, e firma del contratto: le condizioni mi piacevano molto.
Inizio effettivo del lavoro: il I° settembre 1964.
Furono molto positive. Già mi piacque l’ambiente fisico, molto diverso da quello della fabbrica Montecatini di Ferrara: un laboratorio luminoso e pulito, dove aleggiavano profumi piacevoli (quelli delle saponette come Camay), la gente era sorridente, rispettosa e cordiale. Il mio capo era V. Moreno, un vero gentiluomo che poi, più tardi, divenne mio buon amico.
La lingua di lavoro – scritto ma anche parlato – era l’inglese, e il mio inglese era molto scolastico e ben poco “fluent”. L’azienda mi pagò quindi un corso presso lo Shenker Institute di Roma. Il corso era molto serio e pesante: 3 sere alla settimana, per circa 6 mesi. Io allora abitavo ad Ariccia, perciò, all’uscita dal lavoro, dovevo andare da Pomezia a Roma, prendere la lezione e poi tornare a casa, verso le 10 di sera, a stomaco ancora vuoto. Poi bisognava fare i compiti e studiare, perché ogni lezione comportava una conversazione con l’insegnante..
Però, giunto circa all’ottantacinquesima lezione del corso (di 100 lezioni, ma le ultime erano essenzialmente letteratura inglese), il mio inglese era diventato sufficientemente buono e scorrevole, perciò fui autorizzato a smettere e a concentrarmi sul lavoro.
Un’esperienza bellissima, e molto formativa.
In Italia, allora, l’attività di Ricerca e Sviluppo, almeno concepita e organizzata come in P&G, non esisteva proprio. Lì ti sentivi proprio inserito in un vero progetto continuativo, il cui scopo era quello di assicurare al prodotto che ti era assegnato (potevano essere anche più d’uno) la miglior qualità possibile, a confronto con i prodotti della concorrenza, e -compatibilmente con fattibilità e costo - i miglioramenti che la tecnologia rendeva via via disponibili. Chi teneva d’occhio i possibili miglioramenti era il Laboratorio di Base di Bruxelles, per tutta l’Europa. Lì si lavorava di fino, “con le provette”, e i risultati, se promettenti, venivano messi a disposizione dei laboratori locali, qual era quello italiano di Pomezia.
A noi spettava di verificare l’applicabilità alle condizioni italiane sotto vari aspetti, quali ad esempio:
Aspettative del pubblico e abitudini d’uso e di consumo per ciascun settore merceologico, tipo: igiene personale, lavaggio tessuti, lavaggio stoviglie, ecc.
Quindi si dovevano conoscere, eventualmente richiedendone l’effettuazione se non disponibili, gli “Usage & Attitude Studies”, svolti o almeno coordinati, se affidati a grandi Istituti di Ricerca esterni, dal Reparto Market Research
Fattibilità e costi in condizioni di produzione effettiva negli impianti dello stabilimento (tempi, costi, eventuali inceppi sulla linea di confezionamento, eventuali problemi di impacchettamento,…)
Applicabilità effettiva al prodotto, in condizioni di mercato reali. Una lunga serie di controlli e misurazioni delle condizioni in cui il prodotto si sarebbe trovato sul mercato, attraverso l’intera sequenza distributiva (stabilimento, magazzino centrale, spedizione, magazzini periferici, nuovo trasporto, magazzino del punto di vendita, scaffale….).
Confronto con la concorrenza. Si doveva sempre essere i migliori, o almeno i primi ex aequo, valutando l’effettiva performance di ciascun prodotto in condizioni reali di uso. Da qui tanti Panel Tests , dapprima con persone che lavoravano in P&G, poi con consumatori e consumatrici esterni, reclutati dal Reparto Ricerche di Mercato con criteri di rappresentatività statistica. Tante volte a noi dell’R&D competeva di andare in casa di massaie reclutate ad hoc, per assistere ai loro bucati, a mano o in lavatrice, o al loro lavaggio di stoviglie o pulizie di pavimenti, misurando concentrazioni, temperature, durate, e portando poi in laboratorio indumenti, stoviglie, e anche campioni luridi di acque di lavaggio o di risciacquo per valutarli nel modo più scientifico - o almeno il meno empirico possibile.
Fra le cose che mi entusiasmavano di questo lavoro citerò in particolare:
l’allargamento di orizzonti che quel lavoro mi consentiva. Parlavo una lingua che prima avevo solo letto, scrivevo e telefonavo a gente che stava in varie città europee, leggevo documenti che provenivano da tutto il mondo, viaggiavo abbastanza di frequente, soprattutto in aereo, mi trovavo a lavorare con persone che la P&G aveva scelto fra quelle che avevano i migliori curricula, scolastici o professionali che fossero… Per un provinciale qual ero stato io fino a poco prima, tutto questo era molto importante
la possibilità di capire bene il processo al quale si stava partecipando. In questo aiutavano moltissimo i rapporti che si avevano con gli altri reparti e le altre funzioni dell’azienda (Ricerca di base, Buying, Marketing, ecc…)
l’orgoglio di poter dire a testa alta “il prodotto del quale sono responsabile è quanto di meglio si possa trovare oggi sul mercato nazionale”
la possibilità, se non la necessità, di studiare almeno l’ABC di altre discipline, oltre alla Chimica – la nostra disciplina di base. Penso alla Fisica, alla Statistica, alle Ricerche di Mercato. Io dovetti occuparmi anche di Relazioni Industriali, nel momento in cui il Governo italiano introdusse una legge sulla biodegradabilità dei detergenti. E insieme al mio capo di allora, il cui italiano era molto stentato, andai a visitare vari sindaci e varie riviste (es. Quattrosoldi) e Associazioni di Consumatori (ricordo un paio di visite a casa del mitico dr. Vincenzo Dona, fondatore dell’Unione Consumatori) per spiegare come funzionavano i nuovi detergenti e come dovevano essere intese le norme – molto “tecniche” – che le autorità centrali stavano imponendo.
Sono rimasto nel Reparto R&D per poco più di tre anni, occupandomi di tanti prodotti: saponi (Camay, Monsavon, Safeguard, Fairy), detersivi per bucato(Tide, Dash), detersivi per le stoviglie (Dreft, più un nuovo prodotto per lavastoviglie che non arrivò al mercato per un pelo, perché bruciato dal lancio di Last), detersivi per pavimenti (Spic & Span),…
Poi alcuni dei colleghi del Reparto Marketing che mi stimavano (in particolare G. Petronio, Nicola Scardina e Gianluigi Giordano) mi fecero questo invito: “Nel nostro reparto c’è un avvicendamento vorticoso. Poiché c’è grande richiesta sul mercato, i nostri collaboratori, appena si sono fatti un pizzico di esperienza nel campo, se ne vanno, attratti anche dalla possibilità di guadagnare subito in denaro e carriera. Di conseguenza, noi ci troviamo continuamente a dover cercare, selezionare, assumere e poi addestrare nuove leve, che presto fanno come tutti gli altri, cioè scappano. Allora, visto che tu conosci l’azienda dall’interno e hai dato buona prova di te, non vorresti venire a lavorare con noi al Marketing? Ci risparmieresti tutta la fase di ricerca e ti inseriresti molto più rapidamente”. La cosa mi stuzzicò molto: da un lato mi allargava ulteriormente l’orizzonte culturale e professionale, dall’altro intravedevo anch’io la maggior possibilità di andarmene a star meglio, anche economicamente, con un’esperienza di Marketing P&G alle spalle, qualora ne avessi avuto voglia o bisogno. Ne parlai coi miei capi e coi capi del Marketing, e tutti mi dettero l’OK. Unica condizione: cercare, assumere e addestrare un giovane che fosse in grado di sostituirmi all’R&D. La cosa mi richiese alcuni mesi, ma alla fine ero pronto (la persona era G. Stella). E così passai al Marketing. In quel periodo il capo dell’R&D era N. R. Smith, che in realtà sostituiva provvisoriamente D. R. Johnson, il quale era tornato negli U.S.A. un po’ repentinamente. Sono stati entrambi ottimi capi, e sono grato ad entrambi per lo stile di management che hanno adottato e che mi hanno insegnato. Nel momento di passare al Marketing, N. Smith mi regalò un libro che fin da allora ho considerato utilissimo, “Marketing and the Brand Manager”, di Gordon Medcalf.
Prima di chiudere questo capitolo, voglio ancora ricordare il “Corporate Method Program”, un programma a lungo termine deciso e adottato al fine di ridurre i costi aziendali in modo ragionato e – appunto – metodico. Il programma venne affidato ad un Team composto da membri dei vari reparti. Anch’io vi fui inserito, in rappresentanza dell’R&D, e ne feci parte per ben 7 anni, fino cioè al momento di lasciare l’azienda. Quel lavoro fu di beneficio alla Procter, che ne conseguì buoni risultati economici, ma sicuramente anche a me, che potei sfruttare un’altra opportunità per imparare a lavorare bene, con un orizzonte ben più largo di quello specifico del mio reparto.
Dicembre 1967, Pomezia, Laboratorio R&D P&G con alcuni colleghi |
Ancora un’altra esperienza esaltante. Ma devo spiegarmi meglio
Il Sales Training.
Prima di entrare in reparto dovetti fare quello che tutti i suoi neo arrivati facevano: un periodo di Sales Training, cioè alcuni mesi come un venditore, inquadrato nella Forza Vendite.
Non so come sia adesso, ma allora la P&G non aveva una sua rete di vendita, e si appoggiava – per questa attività – all’Exportex, un’organizzazione che, oltre che vendere prodotti suoi (cioè facenti capo, attraverso diverse aziende, alla sua stessa proprietà), vendeva anche prodotti di aziende terze, ovviamente non concorrenti dei suoi, e distribuiti negli stessi canali. In questo caso, quindi, l’azienda terza era la P&G Italia, che peraltro metteva parecchio il naso, per usare un termine brutale ma esplicativo, nei criteri di gestione delle vendite dei suoi prodotti. Sia detto tra parentesi: forse con qualche svantaggio ma anche con molti vantaggi per l’Exportex stessa, che così imparava dalla grande maestra tante cose utili e le applicava anche alle altre sue reti di vendita, quelle dei suoi prodotti (p. da toilette della Beecham Italia, p. per la casa della Nisco, …).
La zona in cui fare il Sales Training poteva praticamente essere scelta dal giovane neo arrivato nel Marketing. Ci fu chi ne approfittò per andare a conoscere qualche altra parte d’Italia, spesato di tutto. Io, che avevo moglie e figli piccoli, decisi di rimanere a Roma, e mi fu affidato una largo settore circolare della città, che arrivava fino al centro, fino al Colosseo. Andare a parcheggiare con l’auto, mattino e pomeriggio, vicino a vari negozi – non dirò quanti, ma ne erano prescritti molti per ogni giorno – fu un’esperienza traumatica, all’inizio. Già allora, infatti, il parcheggio era difficile da trovare. D’altra parte, non era pensabile di spostarsi a piedi o coi mezzi: ci si doveva portare dietro tanto materiale (registri, campioni, oggetti promozionali – mi capitarono anche secchi di plastica, scope, fustini doppi…) che dovevi per forza avere l’auto e parcheggiare vicino. Dovetti quindi imparare a parcheggiare in modo un po’ disinvolto, oppure pagare un posteggiatore, e mi presi anche qualche contravvenzione. Ma l’esperienza fu preziosa.
Troppe volte – lo capii dopo – l’uomo di marketing inventa, immagina e prepara le sue cose (promozioni, formati, lanci…) stando seduto dietro una scrivania, senza tener conto di quelle che poi saranno le reazioni dei negozianti quando il venditore si presenta nel negozio
Di questo argomento potrei scrivere per molte pagine, ma per ora mi fermo qui
L’inserimento in reparto
Ed eccomi finalmente inserito nel reparto Marketing. Che però non si chiamava così, bensì
Advertising Department. Come mai?, uno potrebbe chiedersi.
Beh, c’è una risposta, o forse anche più d’una. In P&G la struttura è suddivisa per marche (brands). Così l’uomo di marketing (o – sia detto una volta per tutte- la donna di marketing), appena assume la responsabilità piena di un brand, si chiama Advertising Brand Manager. Egli si occupa invero di tutti gli aspetti di marketing del prodotto, ma per quelli collaterali (Ricerca e Sviluppo, Promotion, Vendite…) si appoggia ad altrettanti specifici reparti in azienda, o fuori nel caso delle Vendite. Per tutti gli aspetti, però, tranne uno, appunto l’Advertising, diciamo banalmente la pubblicità. Anche per questa attività si appoggia ovviamente ad una struttura esterna, l’Agenzia di pubblicità incaricata, ma il responsabile ultimo ne rimane solo lui, o almeno lui con la sua linea gerarchica superiore, ma sempre nel reparto Advertising.
Precisato questo, dicevo, eccomi nel Reparto. Sarò, dapprima, un semplice Assistant Brand Manager, ma lavorerò sul prodotto più importante dell’azienda, Dash. Lo farò insieme a due giovani colleghi neo arrivati come me, M. Ruosi e R. Lana, riportando al Brand Manager, R. Nuňez.
Dopo qualche mese divento anch’io Brand Manager, e mi occupo di prodotti prima piccoli, poi via via più grandi, almeno allora: Safeguard, Dreft, Spic&Span, Tide, Camay….più alcuni prodotti in sviluppo, che vedranno la luce solo dopo il mio distacco dalla P&G.
Il distacco
Dopo quasi 4 anni al Marketing – e 7 anni in P&G - arriva puntuale la crisi del settimo anno. Ormai mi sembra di aver imparato abbastanza per poter spiccare il volo, cioè mettere in pratica – magari insegnandolo ad altri – quello che ho imparato. Inoltre le esigenze della mia famiglia crescono, e mi farebbe comodo guadagnare di più. E infine non mi dispiacerebbe tornare a vivere al Nord, dopo aver vissuto anni in questa sia pur bellissima Roma. Tutto questo si può realizzare facilmente, avendo alle spalle l’esperienza P&G.
E infatti non ci vuole molto: approfitto di un’offerta della Tanara di Parma (città che mi piace molto) e ci vado, come responsabile dello Sviluppo di Nuovi Prodotti e Mercati.
L’esperienza, come è accaduto ad altri ex P&G al primo lavoro post-Procter, non è esaltante, ma questo è un altro discorso. Comunque, per la cronaca, lascerò la Tanara in capo a un anno, e andrò a lavorare in pubblicità, alla Milano & Grey, dove invece rimarrò per 30 anni…
Cosa mi è rimasto
Aggiungendo 4 anni al Marketing ai 3 all’R&D, voglio segnalare alcune cose che meritano di
esserlo:
l’ importanza del marketing. Nel periodo in cui ero in P&G erano ben poche, in Italia, le aziende che sapessero realmente in cosa consistesse questa attività. Certo, in ogni azienda c’era qualcuno che a naso ne svolgeva le funzioni, ma lo faceva appunto “a naso”. In P&G le cose si facevano col cervello, non col naso (salvo alcuni specialisti dell’R&D per la scelta delle essenze per profumare i prodotti). Basterà ricordare una cosa: se si chiede all’uomo comune quali sono le attività che caratterizzano un’azienda, la risposta che si ottiene più facilmente è “Produzione e poi Vendite”. Ebbene, per la P&G no, l’attività più importante è proprio il marketing. A riprova, quando la P&G Italia cominciò la sua attività in Italia, verso la fine degli anni ’50, essa non aveva al suo interno né la produzione (allora fatta fare alla Mira Lanza), né la vendita (delegata all’Exportex, allora e anche in seguito, come abbiamo visto). La sola attività svolta pienamente in proprio, era quella di Marketing.
il miglioramento professionale. Non lo dico solo io, lo sanno tutti, a cominciare dagli Head Hunters: la P&G è una delle migliori navi scuola del marketing al mondo, se non la migliore in assoluto. Del resto, basta cercare le aziende che forniscono al mercato il maggior numero di manager di successo: forse non in tutti i paesi nello stesso modo, ma la P&G sarà sempre nelle prime posizioni. Alternativamente, si può andare a vedere che carriera hanno fatto quelli che hanno lasciato la P&G dopo un’esperienza almeno decentemente lunga. Quasi tutti sono andati ad occupare posizioni di rilievo, e molti hanno fatto una grande e bella carriera. Ricorderò ancora il fatto che la P&G cerca di assumere i migliori, per curriculum scolastico (solo raramente assume persone che già lavorano, e anche in questo caso devono avere ottime qualità). Il risultato è che ti trovi a confrontarti, all’interno, con gente in gamba, intelligente e ambiziosa. E se vuoi sopravvivere, o ancor meglio avanzare, ce la devi mettere tutta , in termini di qualità e di quantità (ciascuna delle due, da sola, non basterebbe). Dopo qualche anno così, lavorare bene e sodo diventa una filosofia di vita, e ti accompagna probabilmente per sempre.
l’ulteriore allargamento di orizzonti. E’ un po’ un corollario del punto precedente, ma vale la pena di sottolinearlo: l’uomo di marketing, in P&G, deve davvero occuparsi di
tutto, inclusi gli aspetti economici e finanziari, e inclusi quelli di Gestione delle Risorse
Umane. Non dimenticherò mail a proposito di queste ultime, il Seminario di
“Managerial Grid” che la P&G fece fare a molti suoi collaboratori. Non solo e non tanto
per la soddisfazione di vedermi classificato dai miei compagni di Team come un “9.9”,
ma soprattutto per l’esperienza formativa che ne ricavai in questo campo. Come
conseguenza, ne divenni sempre più curioso e affascinato, e ho cercato poi sempre di
applicarne i migliori principi, credo francamente con buoni risultati.
( ma bisognerebbe
chiederlo a chi ha lavorato con me…).
Ma allora la P&G è senza difetti? Beh, ogni organizzazione è fatta di uomini, e i difetti degli uomini diventano poi i difetti delle organizzazioni.
Per quanto mi riguarda, devo registrare un solo difetto importante, che è poi una delle ragioni che spingono tanta gente ad abbandonare l’azienda: si tratta del dirigismo che vige (o almeno vigeva) in P&G.
Ogni volta che scrivi un documento (preferibilmente di una sola pagina, per abituare la gente alla concisione), devi farlo approvare dal tuo capo. E lui, nove volte su dieci, te lo corregge e te lo cambia a modo suo, cioè come pare giusto a lui. Allora tu riscrivi così il documento, che porta sempre la tua firma ma non è più propriamente tuo, e lo risottometti al capo, che stavolta lo approva e lo sottopone al suo capo. L’esercizio si ripete, all’insù e all’ingiù, tante volte quanti sono i livelli gerarchici coinvolti (dipende dall’importanza del documento: un rapportino su una visita al Trade è ovviamente diverso da una Recommendation per il lancio nazionale di un nuovo prodotto…). Alla fine, il documento risulta sempre firmato da te, ma di tuo non ha quasi più nulla. Ne sei l’originatore, ma ben poco l’autore. E’ solo il documento che avresti dovuto scrivere fin dall’inizio….
Ora, è chiaro che questo è un modo sicuro, il più sicuro possibile, sia per insegnare a fare le cose secondo l’ottica della “scuola Procter”, sia per evitare grossi errori. Però, alla lunga, finisci anche per esserne frustrato.
E ti dici:”Ma come, sono anni che sono qui, ho imparato un sacco di cose, e mi continuano a correggere il compito come a un bambino delle elementari?”. E così, alla ricerca di autonomia, di una tua libertà decisionale, cominci a guardarti intorno. E di occasioni ne vedi presto tante. Per di più, quasi certamente a condizioni economiche migliori.. E così te ne vai.
Peraltro, la stessa P&G lo mette probabilmente in conto: il criterio base dell’ azienda è di promuovere le persone “from within”, perciò solo pochi potranno farvi carriera. Gli altri sono destinati ad andarsene, a meno che non preferiscano restare – pigramente frustrati – all’interno. Ma non è da uomini della P&G scegliere una soluzione del genere.
Come si vede, c’è stato un enorme allargamento di gamma, a settori che allora non sembravano neanche lontanamente concepibili. E addirittura la P&G, che ha sempre fatto una pubblicità rigidamente di “brand”, adesso fa pubblicità di tipo “corporate” (cioè al suo nome d’azienda).
Quello che segue è un lungo, ma semplice, elenco di cognomi e di iniziali dei nomi: cognomi
delle persone che ricordo di aver conosciuto in P&G (non mi piace usare prima il cognome e
poi il nome, come a scuola, ma lo faccio perché è il sistema migliore per una consultazione
rapida). Alcuni cognomi (questa volta col nome per intero, quando lo ricordo) sono preceduti o
seguiti da una croce: ahimè, sono persone decedute, ex colleghi o anche cari amici che ci hanno
lasciato.
E’ chiaro che, a distanza di 40 – 45 anni, il mio ricordo è un po’sbiadito, perciò mancano alcune iniziali e forse anche degli interi cognomi. Sarei felice se qualcuno dei miei ex colleghi, con la memoria in condizioni migliori della mia, volesse integrare l’elenco. In questo modo non sarebbe più l’elenco delle persone che io ho conosciuto, bensì potrebbe assomigliare di più a quello delle persone che hanno effettivamente lavorato in P&G nel periodo in questione.
Di più: sarei felice che le persone di questo elenco lo integrassero con notizie relative a loro stesse (cos’hanno fatto dopo, cosa fanno adesso…) o ad altre di cui sappiano più di me. Come si converrebbe ad un sito come questo, ovviamente.
Di questo mio periodo in P&G non ho che una foto, che tra l’altro è di pessima qualità perché ripresa da una fotocopia (l’originale è in mano al dr. F. Scalabrino). La foto – che non pubblico per le solite ragioni di privacy, ma che è a disposizione di chi voglia vederla privatamente - inquadra una tavolata con una trentina di persone, molte delle quali sono fra quelle elencate qui sopra
Deciso a lasciare la P&G, mi venne facile accettare l’offerta della Tanara. La sede era a Parma, una città gradevole della mia terra d’origine. La job description sembrava interessante, responsabile sviluppo nuovi mercati e nuovi prodotti. E la retribuzione altrettanto…
Però le cose non girarono bene. Il Management era timoroso, e le mie proposte (acquisizione di un’azienda, già disponibile, con prodotti a stagionalità opposta a quella dei gelati della Tanara) ottennero tanti complimenti, ma nessuna decisione. Fui trasferito di forza al settore gelati, un mercato imbavagliato in una situazione praticamente non modificabile (ad esempio nei prezzi e nella distribuzione), e per di più legatissimo ai capricci atmosferici. Aggiungendoci un’assoluta inapplicabilità di tutto lo stile di management imparato in Procter & Gamble, e una seria mancanza d’intesa col mio capo, ne conclusi che non era il posto per me. Una conclusione a malincuore perché effettivamente a Parma si viveva benissimo. Diedi le dimissioni e cominciai a cercare un altro lavoro. Ma non ebbi gran tempo per farlo: proprio allora mi cercò U.Gatti, il presidente della Milano& Grey, per offrirmi di lavorare con lui (v. oltre).
Anche qui elenco alcuni cognomi di persone che ho conosciuto nel periodo Tanara:
Bagnoli, ?; Bollini, G.; Cagnolari, S.; Coppe, R.; Grigis, B.; Luppi, F.; Marchi, V.
E così, dopo la bella e proficua esperienza in Procter & Gamble, me ne capitò appunto un’altra – non meno bella e proficua - con la Milano & Grey, con la differenza che stavolta ci rimasi quasi 30 anni, di fatto fino alla pensione. Io già conoscevo e stimavo la Milano &Grey, che era stata la mia agenzia su un paio di prodotti, quando ero in Procter & Gamble. Nel settembre del 1971, tra l’altro, l’agenzia aveva organizzato una bella presentazione pubblica a Milano, sull’argomento Ricerche di Mercato, e io c’ero andato. Naturalmente anche U. Gatti mi conosceva, come suo ex cliente in Procter, ma dalla Procter non poteva certo portarmi via. Appreso però per caso, da G. Mannozzi, che ero “a spasso”, mi cercò subito. Ci incontrammo al bar della Stazione di Parma un venerdì pomeriggio alle 17, e tre giorni dopo ero già al lavoro in Milano & Grey…
6.1. L'inizioLa storia della Milano & Grey era cominciata ben prima del mio arrivo.
Citando indicazioni contenute nelle prime brochure dell’azienda, era stata fondata nel 1964 da U. Gatti e F. Feliciani (entrambi provenienti dalla Young & Rubicam) come Milano Pubblicità. Individuata pochi mesi dopo dall’americana Grey Advertising come potenziale partner italiano, entrò nel suo circuito e diventò la Milano & Grey (che talvolta, d’ora in avanti, indicherò come M&G).
A proposito di brochure: all’inizio ne serviva una bella, su cartoncino lucido, per presentarsi sul mercato. La prima venne stampata a Londra, ed era un quartino al cui interno figuravano solo 3 foto e solo 6 nomi.
1965. Copertina Brochure M&G N.B. Copia dell’ intera brochure è disponibile per chi volesse riceverla via e-mail |
Poi però l’avvicendamento - soprattutto l’aumento - di clienti, prodotti e collaboratori divenne talmente rapido che non era più possibile ristampare una brochure elegante ad ogni cambiamento. E l’azienda, con quell’approccio pragmatico e un po’spartano che l’ha sempre caratterizzata, cominciò ad usare una semplice cartellina con fogli battuti a macchina, quindi rapidamente aggiornabili, chiamandola semplicemente “Brevi note sulla Milano & Grey”.
Credo che il primo cliente internazionale sia stato la Stafford Miller, già nel 1964. Ma il vero colpo grosso arrivò con il cliente Procter & Gamble, che subito assegnò all’agenzia due grandi marchi come Camay e poi Ace. Da quel momento in poi lo sviluppo fu rapido, rapidissimo.
Quella che segue è una tabella pubblicata dall’agenzia nelle su “Brevi note “ del 1976.
Naturalmente lo sviluppo proseguì negli anni successivi, e in modo talmente vistoso che verso la fine degli anni ’90 l’agenzia, che nel frattempo era diventata un Gruppo con agenzie satelliti, si classificava addirittura al V° - o forse addirittura IV° - posto per fatturato fra le agenzie italiane.
(Fonte: Classifiche AssAP)
Da qui in avanti indicherò, in ordine cronologico, gli eventi che hanno maggiormente segnato il mio personale sviluppo professionale all’interno dell’Agenzia.
1972-1973 La Plasmon
Entro a sostituire Luigi Tegoni (+), dimissionario, nella gestione del cliente Plasmon. I prodotti sono : Pastina, Olio, Crackers e Acqua Silia.
Lavorano con me R. Mangano e - poco dopo – R. Bottazzi.
Di quel periodo ricordo la prima produzione TV per un film Crackers. La casa di produzione era la BBE di Peppino Brun(+), e il comunicato si avvaleva della partecipazione di Luigi Carnacina(+), allora vispo ottantenne (a tavola assaggiava tutto, ma di tutto mangiava solo pochi bocconi).
Ricordo anche i cognomi di quasi tutti i miei clienti in Plasmon: G. Bernaroli, G. Benedetti, Bonfiglioli, P. Bertoluzzi, Bruzzone, A. Hangeldian, A. Lazzeretti, R.Tacchi.
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1974, fino al 1981 La Beecham Italia
Mi vengono assegnati i prodotti della Beecham Italia: Libera e Bella (shampoo, lacca, deodorante), deodorante Daril, colle Uhu, collutorio Odol, dentifricio Macleens, digestivo Eno.
Il General Mgr. è Brian Hargrave(+), che riporta a J. Nissim, nonché – a Londra – ai sigg. Lace e McLure. B.Hargrave, un cliente ruvido ma più in apparenza che in sostanza, morirà qualche anno dopo d’infarto (aveva già lasciato la Beecham Italia).
Partecipo al lancio nazionale del dentifricio Aquafresh (v. foto), il cui responsabile in azienda è R. Holden.
1974. Presentazione Aquafresh alla Forza Vendite |
Altre persone della Beecham con cui entrerò via via in contatto, e di cui mi ricordo almeno il cognome, in ordine alfabetico, sono: R. Albanesi, F. Ascoli, ?Bagnasco, C. Baruffa,
?. Battigalli, J. Benveniste, S. Bertolini, L. Boiano, V. Bonvini, A. Calvi, R.Camposano, la sig,ra Carla, S? Ciardi, G. Deliyannis, R. Fanni, P. Farah., S. Forte, F. Lazzari, F. Peratti, G. Ravelli, M. Sciori, L. Sinibaldi, L. Speranza, A. Testarmata, E. Trovamala.
Anche in questo elenco – sicuramente incompleto – ci sono nomi di persone che faranno una bella carriera professionale.
1976-79 La Timex
Ricevo l’incarico di cercare di acquisire per l’Italia il cliente internazionale Timex, i cui orologi sono distribuiti in Italia da Melchioni. Ci lavoro per molto tempo, aiutato (anche in Italia all’inizio e nella fase finale), da C. Wojciechowski della Grey New York. Fra le cose di cui mi occupo c’è anche una specie di concorso fra designer italiani per proporre un nuovo volto per l’orologio. Questo mi mette in contatto con vari stilisti (Gio Caroli, prof. Sartori, Francesco Modena, …). I concorrenti ricevono comunque un compenso, ma poi il concorso non avrà seguito. Tuttavia questo contribuisce alla decisione finale della Timex di assegnarci effettivamente il budget pubblicitario. La decisione arriva nel 1976. Più tardi, nel giugno 1979, come premio vado – per la prima volta in vita mia - a New York, dove mi fermo alcuni giorni in visita alla Grey. Qui ho incontri vari, con E. Meyer, B. Berenson, L. Deckinger, N. Vale, S. Young, …. E C. T. Montgomery, Direttore clienti internazionale della Timex, del quale divento e rimarrò amico. Insieme a Wojciechowski faccio anche visita, con l’elicottero dell’azienda da New York alla loro sede nel Connecticut e ritorno, alla Timex, ricevuto dal grande capo B. Weltzien.
Le persone con cui ho lavorato in Italia sul marchio Timex sono state: sigg. Melchioni, Galanti,
F. Polenghi, Orelli. In Inghilterra ricordo Mr. K. Holloway.
Dal 1980 - La Seagram
Comincio a lavorare per il cliente René Briand, che poi diventerà SEAGRAM Italia (Chivas Regal, Four Roses, Glen Grant, Mumm Cordon Rouge, Burnett’s Gin, Crown Royal, Brandy, Royal Salute, Nikolai, vini Bersano, Ricasoli e Brolio,……). Sarà il cliente più importante e più duraturo di tutta la mia permanenza in M&G.
Segnalo alcune cose di rilievo, nella mia storia con questo Cliente:
gestione aziendale dichiaratamente ispirata ai criteri della Procter & Gamble (da quest’ultima, infatti, proviene praticamente tutto il management, nella fase iniziale: Marotti Campi, Silva, Bottalo, Camilli, Veneziani; seguiranno poi Palmieri, Tazzer, Dodic…)
rispetto e fiducia del Cliente nei confronti dell’Agenzia , fiducia e rispetto ricambiati con un impegno convinto e assoluto
coinvolgimento totale dell’Agenzia da parte del Cliente, su tutti gli aspetti del Marketing (presentazioni e analisi dei dati Nielsen, impostazione e analisi delle Ricerche di Mercato, collaborazione con Istituti di Ricerca,…)
grande disponibilità del Cliente a spendere quanto necessario o opportuno per indirizzare o aggiustare il tiro (ancora tante ricerche di mercato, produzioni TV…)
compenso per l’Agenzia sempre adeguato, senza meschinerie varie, comuni per altri Clienti
gratificazioni, anche a livello personale, non solo nei confronti miei, ma anche di altre e a volte di tutte le persone dell’Agenzia (es. regali a Natale). Per me in particolare parlo, ad esempio, di inviti a riunioni della Forza Vendite o incontri con la Stampa Specializzata, anche in località goduriose (una per tutte: una settimana sul Nilo ), o di visite a stabilimenti in Scozia per il wishky o nella regione della Champagne per Mumm.
Va da sé che un rapporto di questo genere influenzò ampiamente, facilitandoli, anche i contatti fra e con le singole persone che si avvicendarono, in Azienda e anche in Agenzia, nell’arco del lungo periodo di collaborazione. Ne conseguirono rapporti personali quasi sempre buoni, spesso eccellenti (ancora oggi, dopo 15 anni, io mantengo rapporti di amicizia con alcune persone che a suo tempo lavorarono in Seagram). Le eccezioni furono davvero poche, e comunque di peso e/o durata modesti.
Infine, ecco - anche qui - un altro elenco di nomi di persone che lavoravano in Seagram:
Andreoni, M. - Angeleri - Ascani, F.
Baj, P. - Bardelli, C. - Beneventano, R. - Bianchi, F. - Bonafous, C. - Bottalo, F.
Camilli, C.
Danove, F. - De Castiglioni, A. - De Leo, P. - Di Furia, M. - Dodic, B. - Danove, F.
Elia, S.
Forlani, E.
Galosi, F. - Giotti, N.(+) - Griziotti, G. - Grossi, G. - Guerrieri, L.
Lamperti, D. - Larosa, P. - Locatelli, E. - Loebger, B.
Macchi, A. (+) - Manzoni, G. - Marelli, S. - Mariotti, M.C. - Marotti Campi, G.B. - Mascheroni, L. - Melon, S. - Micalizzi, C. - Moncada, L. - Mork, M.J.
Nicosia, M.
Palmieri, D. (+) - Panigada, R. - Pianaroli, G. - Politi, S. - Prinetti, D.
Resegotti - Ribezzo, C. - Ronchi, R.
Scomazzon, L. - Silva, G. - Sforzini, R.
Tarello, G. - Tazzer, L.
Valvassori, L.. - Veneziani, E. - Veroli, M. - Visani, M. - Villa, D.
Zampieri, C.
Luglio 1983, Scozia. In visita al deposito Chivas Regal |
Febbraio 1987, Assuan. Convention Seagram. Momento di prudente svago sul cammello |
Dal 1983 La Manitoba
Comincio a lavorare, col mio gruppo, per il cliente Nisco, che poi diventa Manitoba. Anche questa società fa parte del gruppo che fa capo a J. Nissim.
I marchi di cui mi occupo sono: Fabello, Merito e WC Net.
Non è un rapporto molto facile, né professionalmente molto gratificante. Trovo in questo Cliente tre grossi difetti: piaggeria diffusa verso l’alto, tirchieria, e scarsa considerazione per il lavoro dell’Agenzia. Tuttavia, lavorarci si rivela comunque utile, se non altro per allenarsi alla parte dura del lavoro in Agenzia.
Anche qui cito per cognome (quelli che ricordo!), in ordine alfabetico, alcune persone con cui ho avuti rapporti di lavoro: A .Asnaghi, A. Bassani, G. Bianchi, L. Cilento, L. Galassi, M.Gallo, M. Gambarotta, Ghilardi, A., M.L. Giancola, A. Lucchese, W. Lugli, M. Renolfi, A. Rimoldi, N. Sabey, A. Sanson, M. Sasso…
Novembre 1986, Budapest - Nella puszta a cavallo con Roberto C. |
Almeno per qualche tempo, nell’arco del periodo 1972 – 1996 Altri Clienti
Altri clienti e prodotti gestiti, con i nomi (in ordine alfabetico) delle persone con cui ricordo di aver avuto rapporti di lavoro
APRIMATIC
Dopo contatti iniziali con la FAAC di Bologna (Sig. Manini, +), mi occupai della nuova azienda di apricancelli APRIMATIC (Turrini, A.). Tra parentesi, il nome Aprimatic l'ho praticamente inventato io (la mia proposta era Apermatic).
FORMENTI
Sterilix, Benagol, Ribex. (R. Cingolani, A. Emanueli, L. Folpini, Dr. S.Formenti, T. Formenti, A.Mariani, A. Matera, P.Santambrogio, A. Terradura).
Cliente modesto, quanto a investimenti pubblicitari, che però mi concede molta fiducia (ne faccio anche la funzione di Direttore Commerciale per alcuni mesi).
Se non altro faccio esperienza su prodotti farmaceutici e sulle loro problematiche (es. Ministero dalla Sanità…), e poi ci scappano anche vari viaggi a Londra, con trattamento signorile.
PLAYTEX
corsetteria, costumi da bagno e da danza (L. Bruno, M. Gonzales, A. Incecchi, A. Liberati, G. Lusvarghi, M. Macchi, F. Minoli, M. Misticoni, J. L. Prod’Homme,
C. Rossi, A. Varani, M. Zonchello) .
L’Azienda, almeno allora, pescava il suo management in Procter & Gamble, che tra
l’altro aveva gli uffici nello stesso edificio. Però lavorare con loro non era come lavorare con la P&G, anche se il Cliente trattava l’Agenzia nello stesso modo signorile. Mi aiutò la fortuna di sviluppare buoni rapporti personali con il management. Ci fu anche la sua parte di divertimento: lavoro sui costumi da danza (per i quali mi trovai a lavorare anche con O. Dorella, (v. foto), e soprattutto sui
costumi da bagno, per i cui cataloghi si effettuavano lunghe trasferte fuori stagione in località balneari amene (ne ricordo una a Hammamet, in Tunisia, in cui una delle fotomodelle era una giovanissima B.Nielsen )
Aprile 1982, Hammamet. Reggo uno schermo-luce per una foto del catalogo Danskin |
PONTI
aceto, Peperlizia (C. e F. Ponti).
Ci lavorai più che altro con un ruolo di planning strategico. Interessante il rapporto con i due fratelli proprietari.
PROCTER & GAMBLE
caffè Caramba (C. Camilli, R. Lana).
Essendo io un ex P&G, non era considerato opportuno che io lavorassi con la stessa azienda dalla parte dell’Agenzia: eventuali rapporti con i miei ex colleghi o addirittura ex collaboratori avrebbero potuto svilupparsi in modo distorto. Fu fatta una breve eccezione per un prodotto minore, per consentirmi di allevare un giovane Account e insegnargli come lavorare con quel Cliente. La cosa, se non altro, mi consentì di rimettere piede nella mia vecchia Procter, non senza- debbo dire – u pizzico di emozione…
SARA LEE
deodorante Ambipur (A. Niessner, R. Venini).
Forse il rapporto peggiore fra tutti quelli avuti con i miei clienti. A mio parere, un Marketing confuso e pasticciato, con relazioni difficili fra la sede locale e la casa madre. L’Agenzia era considerata come uno straccio, buono solo per pulire le scarpe. E io, finché resistetti, finii per ricambiarli con il “minimo sindacale”. Poi passai la gestione di questo cliente ad altri colleghi.
SHELL TEMANA
deodoranti Airbal, pellicole Propsac (P. Monti, L. Taglioni).
Cliente piccolo ed esitante a muoversi sul terreno – per loro sconosciuto, nonostante le grandi dimensione della Shell petrolchimica – dei consumer goods, loro sottoprodotti dell’attività primaria. Ovvii problemi di distribuzione, ecc…I prodotti non decolleranno mai, e il Cliente svanisce. Il Gen. Mgr. Taglioni era mio compagno d’Università…
SISTEMA CASA
domotica (P. Mongiovì).
Altro piccolo Cliente, che avrà vita breve. Rapporto nato per conoscenze personali, e centrato sul tentativo di un uomo d’azienda di mettersi in proprio
SMITHKLINE BEECHAM
Aquafresh, Bronchenolo, Euclorina, Iodosan, Rinazina (Caimi, M. - Cavatorta, C.- Cermaglia, C. - Cockman, F.- Daly, M.- Di Lello, R.-Grigis, B. - Hallatt, J. - Holden, R -, Lattuada, E. - Lebole C. - Luciano, T. - Mantegazza, R. - Montaini Anelli, R. - Ostini, D. - Pasqualini,? - Polisseni, L. -
Ratcliffe, S. - Stevan, P. - Vezzosi, C. - Voss, D. - Zoja, V. - Zucchi, M. - Walsh,, L - Whitehead, J. - Wilson, G. - …).
Questo invece è un Cliente grande e importante, che mi darà le ultime, grandi soddisfazioni nella mia vita in M&G. La soddisfazione più grande di tutte è prenderlo, questo Cliente. Mi ci impegno con tutte le mie forze (e l’Agenzia con me), faccio davvero dei salti mortali (ad esempio, prove fisico-chimiche nel loro laboratorio, viaggi e presentazioni a Londra,…). L’esercizio riesce con l’importante appoggio della Grey U.K. E di R. Holden, mio vecchio Cliente e amico dai tempi del lancio di Aquafresh in Italia (1974). Ho grande intesa con il Direttore Marketing, J. Hallatt, uno dei miei Clienti più preparati e più “umanamente” apprezzabili di sempre..
SOVIREL
prodotti Pyrex (G. Fei).
Rapporto abbastanza breve, che poi passo ad una mia collega.
S. PELLEGRINO
acque min. Sanpellegrino e Panna, Aranciata, Chinò. (dr. Mentasti, Peratti, F., Pillon, F., Sciori, M.,…).
Cliente gestito brevemente, e soprattutto con funzioni di indirizzo strategico.
STAFFORD MILLER
prodotti per denti e dentiere Sensodyne, Corega, Polident, Wernet’s.
(Mr. Block, J. Ooms, R.Ricatti).
Cliente non sempre facile, anche per problemi di intesa fra casa madre e sede locale, anche sul piano della comunicazione. I prodotti (per denti e dentiere) non sono particolarmente “affascinanti” agli occhi del pubblico, ma hanno una loro utilità pratica, e noi li trattiamo comunque con la stessa professionalità e dignità.
TOSCHI frutta al liquore (Comm. Toschi).
Per me solo pochi e brevi incontri, come apprendista, nei miei primi tempi di vita in M&G. Logisticamente, giocavo quasi in casa (il Cliente era di Vignola, nel modenese…).
Con U. Gatti nel suo ufficio |
1 Novembre 1984, Milano, Via Bertani. La M&G in partenza per New York |
Miei Account, cioè responsabili Contatti, sono stati, salvo dimenticanze e senza giurare sulle date:
Nel o dal | ‘72: | R. Mangano, R. Bottazzi |
‘76: | R. Trevisan | |
'77: | P. Re | |
‘79: | E. Carugati, L. Grittini | |
‘82: | C.A. Calderoni | |
‘83: | A. Pappolla, D.Guacci | |
‘84: | G. Lasta, G. Nanni, M. Costantini (breve periodo) | |
‘86: | M. Savegnago, H. Christophersen | |
‘87: | A. Prendini | |
‘88: | S. Sotiropoulos | |
‘91: | F. Colavito, M. Saini | |
‘92: | N. Teubner, C. Zangheratti……. |
Più o meno in ordine cronologico, sono state mie segretarie:
R. Porta
L. Grittini
M. Galbiati
M. Panzeri
L. Ferrero
M. Pietra
C.Bassani
G. Sazio
B. Gulì
E anche, per brevi periodi: C. Cassè, L. Chimirri, D. Volonteri, E. Malavasi, …
Questi sono i nomi di cui ho traccia, in ordine alfabetico, delle persone che hanno lavorato nel Gruppo Grey (Milano & Grey + consociate: BRB, Grey
Direct, Grey Roma, Media Force, Perfection Graphics, Compete, Chiappe Bellodi,…).
Sarò lieto di aggiungere o togliere o modificare nomi da questo elenco se qualche (improbabile) lettore mi chiederà di farlo a ragion veduta. E se qualcuno lo autorizzerà,
completerò, oltre al cognome, anche il nome.
AIMETTI, D. – ALEXANDRE, V. – ALVERÀ, I. – AMBANELLI, D. – ANDREOLI, M. – ANGELINI, L. – ANNARATONE, A. – ARCARI, L. – ARGENTIERI, A. – ATZENI, R. – AVETA, E. – AVETA, M.
BACCARO, L. – BACCHIANI, L. – BAGELLA, E. – BAGIOLI, B. – BAJOCCO, L. – BALZER, B. – BARBIERO, C. –
BARRAI, E. – BARTALESI, R. – BASILICI, V. – BASSANI, C. – BASSI, C. – BELLODI, G. – BELOTTI, A. – BELTRACHINI, M. – BENVENUTO, M. – BERSANI, E. – BERTOLINI, C. – BETTEGAZZI, M.
T. – BIANCARDI, R. – BIANCHI, C. – BIANCHI, F. – BIASIOTTI, M. – BIASUTTO, G. – BIGNAMI, F. – BIGOLI, C. – BINI SETTEMBRE, A. – BIRGA, S. – BIZZOTTO, A. – BONINSEGNI, L. –
BOTTAZZI, R. – BOTTI, L. – BRACONI, G. (+) –
BRESCIA, R. – BROVELLI, C. – BRUSATI, . – BUCHI, O. – BURASCHI, C.
CADRINGHER, M. - CAIRO, M. - CALDERONI, C.A. - CALEMME, L. - CALISE, A. - CAMPATELLI, S. - CAPONETTO, R. - CARTURAN, M. - CARUGATI, E. - CASARI, M.+ - CASSE’, C. - CASSONI, L.
- CASTALDI, N. - CASTELLI L. + - CATTANEO, I. - CATTOLICA, D. - CAVACIUTI, R. - CAVALIERI MANASSE, G. - CAVECCHIO, E. - CECCHI, M. - CECCOMORI, A. - CELENTANO, R. - CERIANI, M.
- CERMELLI, M. - CERUTTI, G. - CESCA, N. - CESCHEL, R. - CHIAPPE, A .+ - CHIESA, A. - CHIMIRRI, L. - CHIRIBOLA, D. - CHRISTOPHERSEN,H - CIBOLDI, PATRIZIA - CICALINI, B. -
CINTI, M. - CISER,ANI L. - CISLAGHI, M. - CIVARDI F. - COCCHETTI L. - COLAVITO F. - COLAZZO B. - COLOMBO, A. - COLOMBO, D. - COLOMBO, G. - COLONNA, M. - COLONNELLO, A. -
COLUCCI, E. - COMPARELLI, E. - CONFORTI, A. - CORNO, A. - CORSINI, R. - CORTELLAZZO, A. - CORTI, C. - COSCIA, A. - COSTANTINI, M. - CRAPANZANO, D. - CRESPI, C. – CRESPI, M. –
CRIACCI, C. – CROCETTO, N. – CROCINI, A. – CUMANI, ARTURO
D’ACQUARICA, B. – DAL POZZO, G. – DA ROS, A. – DE AMICI, L. – DE DENARO, N. – DEIGNAN, K. –DE LAURENTIS, L. – DE LEONI, M. – DEL BALZO, M. – DEL FAVERO, C. – DEL MISSIER, A. –
DEL MONACO, M. – DE MARCHI, L. – DE NICOLAI, B. – DERMO, L. – DIAFERIA, P. – DIDONI, L. –DI GIOVANNI, A. – DI MAIO, D. – DI LENARDO, F. – DI MARTINO, S. – DIOTTI, L. – DI TELLA,
B. – DOSSI, S. – DOTTI, F. – DRAGO, W. - DURAZZANO, P.
EDERINI, R. - EGIZI, ERCOLE - ERCOLANI, R. - ESPOSTI, S. - ESPOSTO, M.
FAINARDI, R. - FALCONI, C. - FASAN, C. - FAZI, M. - - FELICIANI, F. - FERRARI, G. - FERRERO, L. - FERRETTI, M.L.+ - FILIPPI, GIANLUCA - FINOTTO, L. - FIORAVANTI, C. - FONTANA,
R. - FONTANOT, A. - FORTUZZI, A. - FRANCESCHIN, N. - FRANCINI, A. - FROLDI, D. - FROLLA,’ C.
GABRI, G. - GALBIATI, M. - GAMONDI, M. - GANGERI, A. - GARAU, M. - GARIBOLDI, R. - GATTI SCIANDRA, M.V. - GATTI, M + - GATTI, U. - GELMETTI, L. - GENZIANELLA, T. - GHIZZONI, W.
- GIANNOTTI, C. - GIBILLINI, R. - GIGOTTI, D. - GILI, D. - GIORGETTI, P. - GIOVANNINI, R. - GIUDICI, G. - GIULIANO, S. - GIUSTINI, G. - GOETZE, M. - GOLDANIGA, E. - GORNO, D. -
GRASSI, T. - GRIGNANI, P. - GRILLONE, G. - GRILLONE, R. - GRILLOTTI F. - GRISANDI, C. - GRITTINI, L. - GROSSER, P. - GUACCI, L. - GUADAGNO, M. - GUADALUPI, M. - GUALERZI, R. -
GUAZZI, P. - GUERINI ROCCO, F. - GULI’, B.
HAWRYLKO, DELPHINE
IZZO, F.
JELMONI, F.
LANZANOVA, TIZIANA - LASTA, GIULIANO - LAZZERI ,F. - LEONE, P. - LE PIANE, R. - LIBERATI, R. - LIGUORI, N. - LILLINI, M. - LI PUMA, A. - LOCONTE, V. - LONATI, G. - LONGHI, P. -
LOPOPOLO, G. - LOSI, C. - LOVALVO, S. - LUCINI, S. - LUPICA, G.
MACCARIO, B. – MACCHI, R. – MAIOCCHI, A. – MANCINI, A. – MANCOSU, D. – MANGANO, R. – MANGONI, PATRIZIA – MANZINI, G. – MANZONE, G. – MARCHETTI, E. – MARCIÒ, PIERANGELA –
MARTINELLI, M. –
MARTINO, G. – MASCHERONI, S. – MASSI, T. – MASTRONARDI, VINCENZO (+) – MAZZANTI, A. – MAZZANTI, SILVIO (+) - MAZZIERI, S. – MAZZON, M. – MELILLO, T. – MENICHELLI, T. – MENTIL,
G. – MEZZANO, D. – MIGLIACCIO, G. – MILANO, B. – MOMIGLIANO, M. – MONDOLFO, G. – MONTAGNOLO, R. – MONTI, F. – MONTI, R. – MONTINI, C. – MONTONERI, B. – MONTONERI, C. – MORANA,
S. – MORETTI, F. – MORO, E. – MOTTA, S. – MULLON , L. – MUSELLA, B.
NANNI, G. - NANNI, S. - NAPPI, G. - NOVARINI, R. - NOVELLI, P. - NUZZI, M.
OLDRATI, L. - OSTINELLI, R. - OZDEMIR, P.
PADOAN, C. - PADOVANI, C. - PAGANI, M. - PANAGIA, A. - PANCINI, M. - PANIZZI, M. - PANTANELLA, A. - PANZERA, L. - PANZERI, M. - PAPPAGALLO, A. - PAPPOLLA, A. - PARISI, M. -
PASCUCCI, O. - PASETTI, S. - PASQUALINI, M. - PECCHIA, M. - PEDOTTI, C. - PEDOTTI, G. - PELLIZZARI, N. - PERCOCO, G. - PERUGIA, M. - PESCAGLIN, P. - PIANTONI, A. - PIAZZA, G. -
PICCARDO, S. - PIETRA, M. - PILLOLO, S. - PIROCCHI, ETTORE - PISANO, B. - POIDOMANI, F. - POLI, J. - PORTA, R. - POTENZA, R. - PRENDINI, A. - PUERARI, A.
RADAELLI, L. - RADAELLI, R. - RAIMONDI, G. - RAMOINO, E. - RE, PATRIZIA - REINA, M. - RICCADONNA, C. - RICCARDI, L. - RINALD,I L. - ROBECCHI, B. - ROCCA, L. - ROMA, C. - ROMANO,
M. - ROMANO, P. - RONCHINI, G. - RONDELLI, A. - ROSELLI, S. - ROSSETTI ,A. - ROSSI, A. - ROTA, F. - ROVERE, A. - RUINI, R.
SAIBENE, M. - SAIN,I M. - SALVINI, G. - SAMMARCO, B. - SANCHINI, A. - SANDI, C. - SANGALLI, G. - SANSONI, G. - SANTARELLI, S. - SASSI ZANOLO, L. - SAVEGNAGO, M. – SAZIO, G. –
SCAINI, E. – SCALAMANDRE, D. – SCARPA, F. – SCARPELLI, M. – SCASCITELLI, F. – SCHIAVONE, A. – SELMI, E. – SERAFINI, G. – SERAFINO, R. – SERANGELI, P. – SGARLATA, A. – SILVOTTI,
B. – SIGNORINI, P. - SIMEONE, G. – SIMONE, ? – SINA, E. – SOMMA, G. – SOTIROPOULOS, S. - SPOLDI, C. – SPONZIELLO, R. – SQUARCINI, M. – STOTTUTH, M.
TABASSO, E. – TABBAT, D. – TAGLIAVIA, M. – TANZER, D. – TARANTELLI, E. – TARANTINO, G. –TARENZI, A. – TEGONI, LUIGI (+) –TEMPORALI S. - TEOLI, R. - TEUBNER, N. - TOMIET, L. -
TORRI, E. - TORNAGHI, A. - TORRI, E. - TOSCANI, V. - TOTARO, D. - TRANI, M. - TREVES, M. - TREVISAN, R. - TRIPALDI, L. - TUDISCO, T. - TUETA, P. - TUMOLO, L.
UZZIELLI, M.
VAI, MAURO - VALLEGA, S. - VENTURINO, V. - VENEZIANI, F. - VERCELLI, S. - VILLA, M.T. - VIOLA, A. - VISIOLI, R. - VOLONTERI, D.
WEAVER, J. - WEISSY, N.
YARBROUGH, D.
ZANGHERATTI, C. - ZITO, G. - ZORZI, D. - ZOTTA, A
1982. Accompagno al piano O.Dorella per le riprese costumi Danskin Danza |
1987, Milano. In ufficio con Mirella S. e G. Minoia |
12 Dicembre 1989, Milano. Serata TP, con E.Pirella |
Oltre al mio lavoro primario e istituzionale di Account Management in agenzia, ho sempre cercato di “mettere il naso fuori”, di svolgere cioè varie attività esterne, o anche interne ma comunque parallele. E sono grato ai miei capi in M&G per avermi consentito – fin che ne ero alle dipendenze - di svolgere anche queste attività, che sono state soprattutto di tipo formativo, nell’area dello Sviluppo di Risorse Umane.
Per la TP (Associazione dei Tecnici Pubblicitari)
ho fatto parte, per molti anni, della Commissione per gli Esami Professionali, e sono stato a lungo Esaminatore (quanti Soci TP Professionisti, abilitati – anche – da me, ci sono in giro per l’Italia?)
Ho partecipato come organizzatore e docente, ancora per molti anni, ai Corsi Introduttivi e a Corsi Professionali
Ho istituito e diretto per un paio d’anni la delegazione Regionale Lombardia
devo alla TP anche la possibilità, sfruttata da me anche con tutta o parte della mia famiglia, di effettuare viaggi di lavoro ma anche di piacere in luoghi piuttosto fuori mano (Brasile, Russia,…)
Ottobre 1987, Milano. Presentaz. TP Lombardia., con E. Finzi e M.Tarquini |
Per l’AssAP (Associazione Agenzie a servizio completo, poi diventata ASSOCOM)
ho partecipato all’organizzazione dei Corsi/Borse di studio dal 1982 al 1992, insieme soprattutto a G. Di Martino e a Marco Vecchia (+), sotto la supervisione ISSO (A. Gimari e D. Fuortes)
ho diretto gli stessi Corsi nell’area dell’Account Management
ho svolto varie docenze ed esercitazioni, sempre nell’area dell’Account Management
sono stato responsabile della Commissione Marketing Centro Studi (1993 e ’94)
sono stato Proboviro per due mandati (dal 1998 al 2004)
>(Anche qui qualche nome: Beretta, Botter, Cottardo (+), Cottinini, Franchi, Livraghi, Maglia, Monico, Montangero, Perchinelli, Zambon, Wolhfahrt,…)
1991, Milano. Corso AssAP. In gruppo coi borsisti |
Luglio 1992, Milano. Corso AssAP. Docenza in aula |
Dicembre 1992, Milano. Corso AssAP. Commissione esami finali |
Per Publitalia
sono stato coordinatore dei Seminari Account al ClubMed di Opio (Francia) nel 1991 e nel 1992
ho svolto docenze per loro seminari interni, organizzati dalla ISSO
Per Centromarca
sono stato a più riprese docente nei Corsi/Borse di studio Marketing
Per varie scuole di Pubblicità e Marketing
Sono stato organizzatore e/o docente di corsi per
l’Accademia di Comunicazione
l'Ateneo
il CESMA
. . .
Per varie riviste specializzate
Ho scritto articoli, rilasciato interviste e partecipato alle giurie per premiazioni. Riporto qui una parte – quella che mi è capitato di conservare – di quegli articoli e di quelle interviste.
Ero entrato in Milano & Grey come Account Supervisor, poi ero diventato via via Direttore Clienti, Vice direttore generale e Consigliere di Amministrazione. Poi però, negli ultimi anni della mia collaborazione con la M&G io non ero più dipendente, bensì consulente, per lei e per le sua numerose consociate, e le mie funzioni non erano più nell’area dell’Account Management, bensì in un campo più generale. Campo che andava dall’area della Ricerca Clienti a quella delle Risorse Umane (Ricerca e Selezione del personale), dal coordinamento di Ricerche per il Network Internazionale Grey al conseguimento della Certificazione di Qualità. Ma più che di ogni altra cosa mi occupavo di Formazione e Aggiornamento professionale, un’attività che mi appassionava da sempre (forse qualcuno ricorderà ancora quel programma che Fabrizio Feliciani aveva voluto chiamare “I Lunedì di William”, con incontri settimanali nell’intervallo pranzo allungato. Io ne ero “docente” ma anche coordinatore di interventi di altri relatori su argomenti di loro competenza. E questi incontri io li chiamavo “In.For.Magg.ini”, appunto per i loro aspetti di Informazione, Formazione e Aggiornamento).
Nel frattempo avevo aperto, insieme a mia moglie (che aveva alle spalle una carriera nella Ricerca e Direzione Media in varie agenzie anche multinazionali come JWT, TBWA e Leo Burnett) una nostra struttura di consulenza, sempre nelle aree del Marketing, della Pubblicità (Media in particolare) e della Formazione negli stessi campi.
La nostra attività era rivolta anche ad aziende di dimensioni medio-piccole, ma soprattutto ad Agenzie di Pubblicità, oltre che alle Istituzioni e Scuole che erano già state mie committenti.
Così, per alcuni anni, abbiamo lavorato anche per alcune aziende (Forchir, Enotime,…) e per alcune agenzie (Italia BBDO, Trilogia, Roncaglia & Wijkander), oltre che per consociate del Gruppo Grey (Grey Roma, Grey Direct, Perfection Graphics, BRB).
Poi è arrivata l’età della pensione, e in pensione siamo andati, serenamente. Felici di poter affrontare una nuova fase della vita, una nuova vita.
Sì, ancora tanti e tanti nomi. La spiegazione di questo mio “pallino” l’ho già scritta nella parte introduttiva (V. Il Filone), alla quale quindi rimando chi eventualmente ne fosse curioso.
Aegerter, J.B. - Artuffo, G. - Aghemo, F. - Albanesi, R. .- Albano, R. - Aldé, N. - Aletti, A. - Ambrosioni, P.L. - Ancona, E. – Anselmi, P. - Antonelli, S. - Arinci, G.+ - Arroni, L.? - Auricchio, D. - Avanzi,U. - Azzario, M.
Bacchiani, L, - Bacciocchi, R,.+ .- Bagantoni, M. – Baldanzi, D. – Baldi, A. – Baldon, L. – Barbiero, C. – Barletta, N. – Barone, F. – Bartoli, A. – Baruffa, C. – Barzini, B. – Bascapè, C. – Baumann, M. - Beltrame, C. – Beltrame, S. - Bell, M. A. – Bellandi, S. – Bellenghi, M. – Belli, C. - Belli, G. – Belli, M. – Bellino Weiler, B. – Beltrame, C. – Benati, F. – Benedetti, G. – Benveniste, J. – Berta, R. – Bertolaso, C. – Bertoluzzi, P. – Bez, S. – Bianchi, M. – Biasi, A. – Billet, R. – Biraghi, A. – Biraghi, G. – Boggia, R. – Bollini, G. – Bolchi, G.+ - Bonacina, E. – Bonalumi, I. – Bonalumi, M. - Bonaretti, T. + - Bondi, M. - Bonsaglio, R. – Bonsignore, B. – Borgio Leeman, F. – Borrello, A. – Borrini, A. – Boscolo, R. – Bosio, C. - Bossi Fornarini, R. – Bossoni, P. - Botti, W. – Bottino, F. + - Bovoli, N. – Bradford, H.- Brandani, C. – Braschi, G. – Brianzoli, G. – Brioschi, E.T. – Brocchi, M. – Brogi, M. – Brun G.+ - Brunazzi, G. – Brusati, E. + – Burei, A. – Busti, L.
Cagnolari, S. – Calabresi, A.+ - Calderoni, E. – Caleffi, C. – Caligaris, R. – Calò, G. - Calvanese, C. – Calvi, G. – Calvi Parisetti, G. – Camera, E. – Campanini, R. – Campbell, S. – Camposano, R. – Canino, A. – Cantoni, L. – Capacchioni, C.– Caputo, M. – Carcano, R. – Carlini, G. – Carmrlini Pozzi, A. – Carniel, F. + - Caroli, G. – Carotti, C. – Carrozza, G. – Casabianca, C. – Casadio, F. – Casalegno, G. – Casali, R. – Casati, G. – Cason, A. – Castellano, M. – Castellano, U. – Castigliani, F. – Catinella, P. – Cattaneo, M.+ - Cattoglio, F. - Cau, D. – Cavalli, V. – Ceccarelli, P. – Centurelli, ?. – Ceschi, C. - Ceregatti, ?. – Cervetti, P.A. – Chiadò, M. – Chiappa, L. – Chiodarelli, ?.- Ciardi, N. – Ciardi, S. – Ciarla, L. - Cimadori, E. – Cinti, A. – Ciotti, S. + - Cipriani, R. – Ciuti, E. + - Cocconi, P. – Codeluppi, V. – Cogliati, R. – Colombo, M. – Colussi, A. – Colwell, R. – Conese, G. – Consigli, L. – Consonni, T. – Contini, D. – Contri, A. - Coppe, R. – Corbidge, M. – Corradio, M. – Cortopoassi, R. – Corvi, M. L. – Cosco, G. – Cossarini, V. – Costaguta, C. - Costamagna, G. – Cottinini, T. – Cremaschi, M. – Creti, L. – Crisci, M. T. – Cristini, I.
D’Alpaos, P. - D’Agostino, A. – Dagradi, C. – D’Alessandris, F. – D’Aloja, G. – Damiani, P. – Damioli, M. – De Andreis, E. – Dedini, A. – D’Egidio, F. + - De Libero, ? – Della Torre, C. – Dellutri, M. – Del Mei, F. – Del Turco Rosselli, G. – De Luca, A. - De Maria, A. – Denon, L. + - De Petris, A. – Desfoux, P. – De Vita, M. – De Viti, C. – De Zio, L. – Diaz, D. – Di Giulio, S. – Dilettoso, G. – Di Martino, G. – Di Matteo, G. – Di Palma, G. – Donati, L. – Dorella, O. – Drogo, R. – Dusi, R. – Duzzi, M.
Elefante, M. – Ercolani, A. – Erminero, C. – Etteri, P. + - Ettorre, P.
Fabris, G. + - Falabrino, G. + - Fascetti, A. – Fasolino, G. – Ferracani, A. – Ferrari, G. - Ferri, G. – Finzi, E. – Finzi, R. – Fiorani, A. + - Fogliacco, R. – Fognini, A. – Fois, C. – Fontana, G. + – Foresti, M. –Forlay, G. + - Fornaciari, D. - Fossati, P . - Frasca Polara, D. – Fraschini, N. + - Frateschi, B. – Frea, E. – Frontori, L. – Frosi, A. – Fuortes, D. – Furlanetto, E. + - Furlanetto, P. – Fusi, M. – Fuso Nerini, R.
Gallo, N. – Gandin, A. – Garavaglia, P. – Gardenghi, M. – Gariboldi, F. - Ghioni, L. – Giachetti, B. – Giani, E. - Gianni, F. - Giannitrapani, M. –Giannone, C. – Giavazzi, G. – Gillot, T. – Gimari, A. - Ginnasi, V. – Girani, I. – Girone, P – Gironi, L. M. – Giugnini, G. – Gobbi, C. – Godano, M. – Gogna, G. – Granich, Tom – Grigis, B. - Gritti, R. – Grua, P. – Gualerzi, R. – Gualtieri, G. – Guarino, F. – Guaschi, G. – Guastalla, E. – Guastalla Lucchini, G. – Guastoni, V. – Guérin, F. – Guerra, E. – Guerra, F. – Guerriero, G. – Guffanti, E. - Guglielmone, A. – Gugnami, ? – Gussoni, P.
Holdsworth, T.
Iannacone, C. – Ioppolo, D. – Ivaldi, M.
Jenner, N. - Johannesen P.
Khail, P. +
La Bionda, C. – La Bionda, M. – Lasagna, Robert - Lazzari, A. Q. – Legge, P. – Lehmann, E. – Lentati, S. + - Leonardi, M. - Levi, A. – Levi, E. – Levi, N. – Liberanome, V. - Lioy, F. – Litster, A. - Livraghi, G. – Lodi, S. – Lombardi, G. – Lombardini, G. – Lombardo, G. – Lucchi, R. - Lunardon, D. – Luparia, P.F. – Lupetti, F. – Luppi, F.
Maestrami, D. – Maglia, V. – Maiocchi, R. – Malegori, G. – Mancuso, M. – Manfredini, N. –
Mannelli, P. – Manni, M. – Marchi, V. - Marcialis, G. – Margoni, A. - Marigonda, E. + - Martinetti, F. – Martinez, G. – Marzolo, G. – Masin, A. – Maugeri, G. – Mazzanti, M. - Mazzucchelli, S. – Mc Allister, C. – McManus H. – Meinardi, A. – Melik, E. – Melzani, C. – Migliori, V. – Minoia, G. - Modugno, R. – Mola, F. - Molony, C. – Momigliano, C. - Monico, B. – Monroe, T. – Montagna, L. – Montangero, E. – Montgomery, C. T. – Monti Arduini, F. – Morange, Gilles - Morelli, R. – Mosso, D.
Nali, G. – Nalin, C. – Napoli, R. - Nascimbeni, P. – Nastasi, A. – Necchi, A. – Needham C. + - Negri, N. – Neuburg, T.
Ochoa, I. – Oliveira, Eugenio - Oliveira, Luigi - Orelli, F. – Orlandi, D.
Pahlevich, E. - Paluselli, R. – Parazzoli, V. – Parini, M. – Pasotto, B. – Pasquero, …- Pavan, C. – Pavesi, E. – Peccerillo, D. - Pecoriello, G. - Pedone, T. – Perchinelli, F. – Perniola. M. – Perri, L. + - Pesaro, G. – Pesserelli, G. – Piccinardi, A. – Piccioni, G. – Piepoli, N. – Pincherle, G. - Poggioli, M. – Pogliana, A. - Polenghi, F. – Polli, I. – Poloni, L. – Porro, G. – Porzio, S. – Pospi, L. – Pospi, P. – Pozzi, A. – Pratesi, P. – Priore, R. – Probo, L. – Puccioni, L.
Quarantotto, C. – Quarra, M.A.
Radaelli, T. – Rampello, D. – Rancati, L. – Rastelli, L. - Ray, R. – Re, G. + - Re, S. – Renton, B. – Repetto, R. – Resmini, N. – Riccio, R. – Ricordi, F. – Righetti, P. - Rinaldi, l. - Ritter, F. – Riva, T. – Robbiati, E. – Romanelli, M. – Romano, C. – Romano, P. – Romoli, ? - Rosselli del Turco, G. – Rossi, G. – Rossi, P. – Rossi, V. – Rossotto, R.
Sala, A.E - Salimbeni, C. – Sandri, S. – Sangorrsky L. P. – Santini, F. – Sartori, F. – Sason, F. – Scafoletti, A. – Scazzosi, ? - Schieppati, A. – Schoenheit, G. - Scoccia, S. - Scotti, A. + - Scotti, C. – Scrivani, V. – Scurrìa, M. .- Scutari, R. – Secchi, S. – Selleri, A., + - Sermasi, E. (+) - Sfogliarini, B. – Signorini, F. – Silvano, M. - Silvestri, L. – Sobrero, F. – Solinas, F. - Soregaroli, M. – Spaghi, F. – Sparvoli, A. – Squarcini, M. – Squillante, M. – Strano, M. G.
Tagliaferri, M. – Talenti, E. – Takats, E. – Tarchi, R. - Tarquini, M. – Tazartes, ? - Tecchio, G. – Tessi, P. + - Testa, G. – Tirelli, D. – Tommasoli, S. – Tosto, G. – Traxler, M. (+) - Trinca, P. – Tringali, G. – Turrini, A. – Tyzac, T.
Unnia, F. – Usellini, D.
Vacca, R. – Vaglica, V. – Valcelli, M. – Valente, A. – Vallana, G. – Vecchia, M. + - Vella, M. - Ventura, I. – Vera, E. – Vercelloni, L. –Vergani, B. – Vergani, E. – Vergeat, M. - Veronelli, L. + – Vicari, V. –Vigoni, ? – Villa, G. – Villani, P. – Visconti, D. - Visintini, G.
Wachter, L. + - Wachter, S. + - Ward, A. – Wilkinson, N. – Wolfahrt, A. – Zaccone, A. – Zambon, A. – Zambon, F. – Zanni, R. – Zanoni, C. – Zincone, L.A. + - Zingales, F. +
Elenco dei borsisti AssAP dal 1981 al 1992
Quello che compare nelle 8 tavole seguenti è l’elenco – molto probabilmente completo – dei giovani che vinsero una Borsa di Studio AssAP e frequentarono il relativo corso – con training in agenzia - a partire dalla prima edizione (1981/83) fino all’ottava e ultima (1992). Le tavole indicano anche la specializzazione di ciascun borsista e l’agenzia presso la quale ricevette il training. La corrispondenza fra il numero del corso e la data di svolgimento è indicata nell’ultima tavola (n.8). I nomi propri sono tutti cancellati, salvo le loro iniziali, per le ragioni già citate nella parte “Il Filone – Introduzione” di questo sito.
ELENCO DEI BORSISTI AssAP DAL 1981 AL 1992 |